ECOMUSEO SAN WALFREDO - Il Cavaliere, Abate, Santo
ECOMUSEO SAN WALFREDO IL SANTO CAVALIERE
Ultima modifica 23 novembre 2022
PAGINA ISTITUZIONALE (IN AGGIORNAMENTO) DEDICATA ALL' ECOMUSEO SAN WALFREDO
Il progetto nasce intorno alla figura di San Walfredo il Cavaliere, Abate e Santo vissuto nel VIII secolo d.C.,
fondatore del primo complesso monastico sul territorio monteverdino, più precisamente presso il Podere
San Valentino dove era situata una antica Domus Romana oggetto di scavi archeologici da parte di
UNiSiena. Il sito oggi risulta non visitabile perché interamente depredato nei secoli rimanendone solo
traccia nella facciata dell’attuale casa colonica.
Presenti invece i resti della seconda abazia, risalente al XII secolo, quando per motivi militari, politici e
religiosi, i monaci si trasferirono nella collina a sud del paese.
L’ Amministrazione ritiene prioritaria la linea di promozione della figura cavalleresca di Walfredo – spesso
accostata a quella di San Galgano - in quanto fondante di tutta la storia alto medievale della costa Toscana
e oltre. Il personaggio storico ed i suoi successori (tra cui la famiglia Della Gherardesca che lo considera il
proprio capostipite) hanno influito sulla storia, sull’economia e la società dell’antica Etruria per almeno
cinque secoli.
San Walfredo tra mito e realtà
La figura di Walfredo è un caso perfetto di convivenza tra mito e realtà. La storia documentata ha
lasciato traccia in due atti risalenti al 754 ed ai primi anni dell’800. Il primo rappresenta la dote in beni
immobili che Walfredo dona all’Abbazia di San Pietro in Palazzuolo, il secondo l’agiografia della vita
scritta dal nipote Andrea. Entrambi i documenti hanno forte rilevanza, il primo per Monteverdi e per
molti dei castelli e luoghi citati, il secondo per essere un unicum nel panorama delle agiografie: scritta da
un longobardo coevo per un santo longobardo.
Walfredo nel dedicare la Badia originaria a San Pietro ha inteso costruire anche una tappa del
percorso di S. Pietro da San Piero a Grado a Roma, cammino che merita di essere recuperato e
valorizzato, e dotando il nuovo convento delle reliquie di Pietro riaffermò il forte legame con la Santa
Sede. All’inizio del IX secolo la Badia entrò a far parte di una grande fratellanza di preghiera, che
riuniva 56 monasteri disseminati nell' Europa centro-settentrionale: quelli italiani erano solo tre, Leno,
Nonantola e Monteverdi, con quest’ultimo a rappresentare il confine sud della rete delle abbazie.
La riscoperta dell’importanza della Badia di Monteverdi, iniziata da circa tre decenni, ha messo in
luce il ruolo fondamentale avuto per lo sviluppo della zona costiera, basti considerare la dimensione del
complesso conventuale che fu per lungo tempo il maggiore dell’Alta Maremma.
La figura di Walfredo è stata recuperata verso fine ‘700, specialmente ad opera della famiglia
comitale dei Della Gherardesca, lasciando ampie testimonianze sul territorio monteverdino.
Siti e monumenti ricomprendenti l' Ecomuseo:
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Abazia di San Pietro in Palazzolo risalente al XII secolo D.C. in località Poggio Badia
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Sala museo dei paesaggi situato in via Solferino a Monteverdi M.mo
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Ufficio informazioni Turistiche
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Sala polifunzionale e biblioteca posta in via del Podere
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Centro storico del capoluogo di Monteverdi M.mo
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Centro storico della frazione di Canneto
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Tratti di strada bianca comunale tra l’ Abazia di San Pietro in Palazzolo e la Frazione di Canneto
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Tratti di strada bianca comunale tra la Frazione di Canneto ed il capoluogo di Monteverdi M.mo